Chi Siamo
Chi siamo e cosa facciamo
Chi siamo e cosa facciamo
La ONLUS Prigionieri del Silenzio, con sede in Via Giosuè Carducci n.26 – 58100 Grosseto presso lo Studio Carnicelli, costituita nel Febbraio 2008, si occupa concretamente della tutela dei diritti umani degli oltre 3.000 Italiani detenuti all’estero.
Tra i principali scopi dell’Associazione, come stabilito dall’art. 4 del suo Statuto, vi sono:
Le ragioni che ci hanno indotto a dar vita all’Associazione sono evidenti: spesso i detenuti italiani vengono sottoposti a condizioni di vita lesive dei più elementari diritti dell’uomo e assolutamente non compatibili con l’obiettivo della riabilitazione cui la pena deve essere finalizzata. Mancano inoltre idonei strumenti di assistenza, con la conseguenza che sovente i detenuti all’estero non ricevono neppure le cure mediche del caso, né un’appropriata difesa legale.
L’Italia non prevede, in questi casi, l’istituto del gratuito patrocinio e anche gli aiuti che possono essere concessi dai Consolati italiani sono solo facoltativi. Tutto ciò causa condizioni di detenzione inique e una tutela legale debole o inesistente che comporta in taluni casi, condanne ingiuste.
Tutto questo fa sì che le famiglie dei detenuti si trovano ad affrontare problemi immensi con le loro sole forze.
A questa situazione cerca oggi di fornire risposte l’ONLUS Prigionieri del Silenzio che fin dalla sua costituzione ha attirato attorno a sé l’attenzione sia dei diretti interessati che delle istituzioni.
Tra i vari obiettivi, Prigionieri del Silenzio si prefigge di fare proposte agli enti governativi e suggerimenti su come dare il corretto supporto alle famiglie residenti in Italia che vivono il problema della detenzione oltre confine. Uno dei grossi problemi che le famiglie si ritrovano ad affrontare sono i costi elevati dell’assistenza al familiare recluso all’estero, mantenimento e spese legali. Come indicato, sono circa 3000 i connazionali detenuti all’estero. Se si considera che al loro fianco almeno altre 10 persone, tra amici e parenti vivono questa problematica, possiamo contare almeno 30 mila italiani che vivono l’esperienza anche se indiretta, della detenzione oltre confine.
Il primo caso di cui questa ONLUS si è occupata è quello del cittadino Italiano Carlo Parlanti, nato a Montecatini Terme l’1/11/1964, manager informatico con un curriculum professionale internazionale, che ha scontato una pena detentiva di 9 anni, a seguito di un processo di primo grado nel corso del quale non è stata fornita alcuna prova della sua colpevolezza e le poche prove fornite si sono rivelate contraffatte. Su Carlo Parlanti sono presenti diverse relazioni di esperti e pubblicati vari libri (il primo a cura della casa editrice Armando Editore dal titolo “Stupro? Processi Perversi. Il caso Parlanti.”